giovedì 1 luglio 2010

IL GIARDINO PROFONDO

Il Giardino Profondo, la festa di libri e di autori che prosegue ad Arezzo sino al prossimo 18 luglio, nei giorni 1, 4 e 5 luglio presenterà tre scrittori di livello assoluto che comprendono una romanziera, una medievista e un famoso uomo di spettacolo: nell’ordine, Marta Morazzoni, Chiara Frugoni e Enrico Vaime.

Marta Morazzoni, straordinaria inventrice di storie quali “La ragazza col turbante” e “Il caso Courrier”, sarà per la prima volta ad Arezzo per presentare il suo ultimo e coinvolgente romanzo ‘musicale’, La nota segreta.
Nel monastero di Santa Radegonda, nella Milano del 1736, vive una ragazza dallo straordinario talento musicale. Il suo nome è Paola Pietra, una giovane contessa in clausura per imposizione della sua illustre famiglia. La voce di contralto, scura e potente, è la sua unica ragione di vita; ma la passione per la musica rappresenta una minaccia per la badessa del convento. Oltre la grata, nel corso delle messe cantate, un diplomatico inglese in missione presso l’arciduca d’Austria nota la sua voce e non la dimentica. Nasce così, da una suggestione del canto, da profumi e immagini rubate, l’amore proibito fra la novizia e Sir John Breval, a cui farà seguito la fuga dal convento sino a Venezia e da lì il viaggio della ragazza per nave in un mare pieno di insidie… Romanzo d’amore, romanzo d’avventura, romanzo di rivendicazione femminile, La nota segreta è un fiume narrativo in piena, che scorre fra intrighi e colpi di scena; al centro, un personaggio femminile straordinariamente consapevole e attuale, nel quale l’autrice si confronta e si riflette in un continuo, sorprendente gioco di specchi.
La musicologa e giornalista Gaia Varon converserà con l’autrice Marta Morazzoni. (giovedì 1 luglio, Madonna del Duomo, Via Oberdan 61).


La celebre medievista Chiara Frugoni presenterà il suo ultimo lavoro La voce delle immagini. Pillole iconografiche dal Medioevo. La Frugoni, già docente a Pisa, Roma e Parigi, si è da sempre occupata di storia utilizzando testi e immagini, considerandoli fonti di pari dignità. Nelle “pillole”, mille anni di immagini di un lungo Medioevo scorrono davanti agli occhi e assumono per la prima volta un senso di racconto altrimenti destinato a restare sepolto solo nelle biblioteche degli eruditi. Una guida ideale a tutti i musei. Affreschi, sculture, mosaici e pale tornano ad essere, grazie a questo viaggio meraviglioso, quello che erano. Storie di incontri, emozioni, sentimenti. Immagini che trovano una parola che racconta. A seconda di come siede, tiene le gambe o muove le mani e il volto, un condannato dice la sua superbia o la sua arroganza, Pilato è tormentato dal dubbio, Maria è sconvolta dal dolore, un peccatore rifiuta la tentazione del demonio. E il gesto famoso delle tre dita levate di Cristo non è solo per benedire, ma può significare anche semplicemente parlare o, se affidato ad altri personaggi e situazioni, legiferare, detenere il potere. E tu, in possesso di una nuova grammatica, molto precisa, molto efficace e molto memorabile, non hai piú davanti solo forme mute e bellissime, ma vere e proprie storie di vita. Si esce dal libro di Chiara Frugoni con nuove chiavi per comprendere ciò che abbiamo a portata di sguardo. Libro imperdibile, giustamente presentato da Paola Refice, direttore del Museo Statale d’Arte Medievale e Moderna di Arezzo (domenica 4 luglio, Madonna del Duomo, Via Oberdan 61).


Il giorno successivo, nell’incantevole scenario di Pomaio, la montagna di Arezzo, Enrico Vaime racconterà la “sua” verità ovvero Anche a costo di mentire. E' questo l’imperativo che anima la terza parte dell’autobiografia di questo protagonista dello spettacolo italiano, della rivista, del varietà, della commedia, della radio e della televisione. Dopo i bestseller Quando la rucola non c'era e I cretini non sono più quelli di una volta, il celebre autore radiotelevisivo questa volta procede senza un disegno preordinato nell’esposizione dei ricordi. C’è la radio, l’amatissima radio, prima di tutto. La musica, le voci, i volti dietro il microfono. I gusti che cambiano, la società in movimento - nell’Italia del cosiddetto boom - che bussa imperiosa alla porta degli studi: e le resistenze, i sussulti della tradizione, Mina e Frank Sinatra contro i vecchi dirigenti dell’emittente di Stato, reduci del ventennio e bellamente sopravvissuti a ogni epurazione. La famiglia, poi. Il personale rapporto con la religione, la spiritualità e lo spiritismo. E, di nuovo, il lavoro di autore: generazioni di attori e di comici che si susseguono nella storia dello spettacolo di casa nostra, in fondo sempre uguali a se stessi, fedeli ad una sorta di “tipo” universale italiano, nella grandezza come nelle miserie.
«A sentir raccontare le cazzate della mia vita si può pensare che non abbia mai fatto niente di pratico, che più che del lavoro mi sia occupato del tempo libero e della vita di relazione». Invece il perugino-romano Vaime, trapiantato nella capitale morale e operosa del Paese, ha lavorato sodo. Ha conosciuto quella Milano “da bere” che nei primi anni Ottanta sembrava destinata ad oscurare la pachidermica Roma di viale Mazzini, con i suoi protagonisti in piena rampante ascesa. Le battute si sprecheranno e saranno fulminanti: a dargli man forte è stato invitato Andrea Scanzi (lunedì 5 luglio, Antico Podere di Pomaio, degustazione offerta a tutti i partecipanti a partire dalle 20.15).


Tutti gli incontri con gli Autori sono ad ingresso gratuito.

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